Il 26 novembre, l’attrice Maria Sole Mansutti ha “spiazzato” il pubblico in sala interpretando per un momento una giovane donna che è stata rinchiusa per anni e con dolore nel manicomio di S. Giovanni di Trieste. La carta che ha scelto di interpretare è quella del Folle, di cui dice di aver apprezzato soprattutto due cose. La prima è “la qualità del folle nel sembrare quello che è e dire quello che pensa”. Un folle, quindi, che irrompe nel villaggio e scombina le carte. “Getta la maschera” comunicando ciò che è senza filtri e, nel farlo, scopre le maschere degli altri abitanti, che in lui si rispecchiano e si interrogano su chi sono loro.
E poi, continua Maria Sole, il folle ha un’altra grande fortuna, che è quella di essere una persona che, a differenza delle altre, continua ad avere un canale di comunicazione fra mente e corpo che rimane sempre aperto, anche se fa fatica a gestirlo. Qualità che, in realtà, potrebbe essere l’unica via possibile per trovare un equilibrio, come sanno bene gli attori, che proprio sul recupero di questa questa comunicazione lavorano.